ARCO DI PORTA FURBA

SITUAZIONE

Dopo la salita del Quadraro, l’Acquedotto Felice incrocia la Via Tuscolana presso Porta Furba sotto l’Arco di Porta Furba chiamato anche Arco di Sisto V, da non confondersi con l’Arco delle Pere a sua volta chiamato Arco di Sisto V, essendo stati costruiti entrambi per volontà dello stesso pontefice.

 

IL NOME

L’origine del nome “Porta Furba” è incerto. Secondo alcuni studiosi pare che si possa far risalire la denominazione al termine latino “fur” che significa ladri. Proprio la spiegazione legata ai malviventi fornirebbe una spiegazione plausibile, alla leggenda della vicina via dei Cessati Spiriti.  

 

POSSIBILE ORIGINE DEL NOME

Quest’ultima via divenne famosa perché, presso l’Osteria dei Cessati Spiriti, coloro che si fermavano a mangiare con il proprio carro e cavallo, una volta finito di consumare il loro pasto, non trovavano più né il carro né tantomeno il cavallo. Secondo alcuni la colpa era da attribuirsi agli spiriti inquieti che aleggiavano per la valle della Caffarella. La teoria dei fantasmi fece breccia in molte persone, a tal punto che per risolvere questo problema venne collocata sul muro un’edicola contenente una statua della Madonna per esorcizzare questi spiriti inquieti. Secondo altri gli spiriti però erano niente meno che i ladri che abitavano la vicina Porta Furba, dove fra i canneti della Marrana potevano nascondere la loro refurtiva.

 

ALTRE TEORIE SUL NOME

Altri studiosi ritengono che il nome Porta Furba derivi da un’alterazione della parola “formae”, usata durante il medioevo per indicare gli Acquedotti. Questi luoghi anticamente erano indicati con la dicitura “ Ad formas”, così come indicati nella carta di Eufrosino della Volpaia del 1547.

 

ORIGINE DELL’ARCO

L’arco di Porta Furba è un arco monumentale costruito nell’intersecazione del passaggio con la via consolare la Via Tuscolana. La scelta di collocare quest’arco in questo punto fu proprio per tracciare un continuum fra l’impero romano e quello papale.

 

PUNTO NEVRALGICO

Questo luogo era un punto nevralgico dove si incontravano ben sei acquedotti monumentali ( Anio Vetus, Marcia, Tepula, Iulia, Claudia, Anio Novus ), da qui partiva  l’ Acquedotto Antoniniano e qui solcava il suo letto l’Antica Marrana. Si ricercò dunque di ricreare una forte continuità, di potere e di conoscenze, con l’impero Romano riconnettendosi con l’antica tradizione dei romani, riproponendo l’antica usanza di costruire gli archi monumentali dove si incrociavano gli acquedotti con le vie consolari.

 

COME FACEVANO GLI ANTICHI  ROMANI

Possiamo vedere alcuni esempi, di questo modo di costruire in uso negli antichi romani, presso la Porta Maggiore dove gli Acquedotti Claudio e Anio Novus si ergono sopra a due porte di accesso monumentali, guardano la porta dal Piazzale Labicano, della Via Labicana sull’Arco Sinistra, corrispondente con l’odierna via Casilina e della Via Prenestina che passava attraverso l’arco di Destra. Altri esempi li troviamo presso la Porta Tiburtina dove l’arco attraversa il passaggio degli acquedotti dell’Aqua Marcia, l’Aqua Tepula e l’Aqua Iulia.

 

Arco di Porta Furba

Gli antichi romani costruivano le porte monumentali non solo nel caso in cui troviamo degli incroci fra gli Acquedotti, ma in tutti quei casi in cui le vie consolari si intersecavano anche con le mura difensive della città. Possiamo osservare tra gli esempi meglio conservati di questi tipi di archi monumentali, lungo le Mura Aureliane, la Porta Latina e la Porta di San Sebastiano.

 

DESCRIZIONE DELL’ARCO

L’Arco di Porta Furba è costituito da una linea d’imposta collocata all’interno di una cornice rettangolare, entrambi realizzati in peperino, e fra l’ultimi cunei componenti l’arco ed il piedritto, che è la parte rettangolare su cui si sostiene l’arco, troviamo l’imposta realizzata in travertino a decorazione del monumento.

 

FACCIATE GEMELLE

Possiamo considerare le facciate, principali che lo compongono praticamente come se fossero gemelle, come nel caso dell’arco delle Pere, fatto costruire sempre da Papa Sisto V per l’Acquedotto Felice. Difatti tutti gli elementi che compongono l’Arco sono perfettamente identici in entrambe le facciate, tranne per quanto riguarda le iscrizioni collocate al di sopra degli archi.

 

DETAGLI DELL’ARCO

Entrambe le facciate contengono la descrizione consistente in una celebrazione di Sisto V, per mezzo dei simboli araldici del Papa.

Nella chiave di volta venne inserito un leone scolpito in travertino, simbolo della Famiglia Peretti da cui proveniva il Pontefice.

 

SIGNIFICATO DELLE SPECCHIATURE

Nelle specchiature laterali troviamo invece una stella che rappresenta la Vergine come Astro dell’Umanità e contemporaneamente, nella simbologia araldica, indica anche la mente rivolta verso Dio.

Non è invece certo il significato dei tre monti contenuti nell’altra specchiatura. La tradizione vuole ricondurre la simbologia ai tre monti di Grottammare: Monte delle Quaglie, S. Maria dei Monti, Monte Secco.

Allo stesso tempo possiamo ricondurre ai tre monti del Rione Monti che erano stati collegati dalla nuova Via Sistina Papa fece tracciare la nuova via Sistina che, attraversando le tre colline del Rione Monti, collegava Trinità dei Monti con San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. È doveroso ricordare che il tragitto era segnato dai quattro grandi obelischi fatti risistemare da Papa Sisto V durante la grande opera di urbanizzazione della città di Roma.

ISCRIZIONE NEL LATO SUD

In cima all’arco, su entrambi i lati troviamo scolpite nel marmo due iscrizioni.V. Sul lato sud est possiamo leggere il testo:

SIXTUS V PONT. MAX. PLURES TANDEM AQUARUM IN UNUM COLLECTAS LOCUM SUBTERRANEO DUCTU PER HUNC TRANSIRE ARCUM A SE FUNDATUM CURAVIT AN. MDLXXXV PONTIFIC I

“Sisto V Pontefice Massimo fece passare i molti corsi d’acqua, in un unico luogo attraverso questo arco, da lui eretto, per mezzo di un condotto sotterraneo, nell’anno 1585, primo del suo pontificato.”

 

ISCRIZIONE NEL LADO OVEST

Mentre sul lato nord ovest possiamo leggere:

SIXTUS V PONT. MAX. QUO FONTIBUS RESTITUITIS DESERTI URBIS ITERUM HABITARENTUR COLLES AQUAS UNDIQUE INVENIENDAS MANDAVIT AN MDLXXXV PONTIFIC I

“ Sisto V Pontefice Massimo Sisto V, dopo avere restituito di nuovo ovunque per mezzo delle fontane le acque trovate,  ordina che siano abitati i colli deserti della città nell’anno 1585, primo del suo pontificato.”

 

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Acquedotti

ACQUEDOTTI

Tombe

TOMBE

Villa V miglio

VILLE

Casali

CASALI

Pagus Lemonius

PAGUS LEMONIUS

Tempio della fortuna Muliebre

TEMPIO DELLA FORTUNA MULIEBRE

Acqua Marrana

ACQUA MARRANA

Via Latina

VIA LATINA