tempio della fortuna muliebre
SCOPERTA
Lo storico Valerio Massimo e Sesto Pompeo Festo identificano il Tempio della Fortuna Muliebre presso il IV miglio della Via Latina nell’anno 486 a.C., nei pressi delle Fossae Cluiliae. La storia del Tempio è ricca e molto interessante e merita di essere narrata completamente.
LA DIVISIONE DI ROMA
Poco dopo la fondazione di Roma Nel 494 a.C. la plebe romana si ritirò sul monte Sacro, minacciando di dividersi da Roma e fondare una nuova città. Intervenne dunque Menenio Agrippa che mediò fra le due fazioni, ottenendo in cambio della rinuncia alla secessione, il riconoscimento del Tribunato della Plebe, una magistratura, inviolabile, eletti dai concilia plebis, l’assemblea della plebe.
Nel 492 a.C una grande carestia colpì la città di Roma, e successivamente il Senato acquistò ingenti quantità di grano dalla Sicilia per poterlo ridistribuire ai cittadini di Roma.
CORIOLANO CONTRO ROMA
Il Senatore Cneo Marzio, detto Coriolano per aver conquistato la città di Corioli, e aver sconfitto i Volsci popolo nemico di Roma, si oppose alla decisione di consegnare parte del grano alla plebe, e pose come condizione dello scambio la rinuncia al Tribunato della Plebe. Il popolo si ribellò contro le scellerate richieste di Coriolano il quale venne così allontanato da Roma. Umiliato da questa decisione Cneo Mario si rifugiò presso gli stessi Volsci proprio da lui in precedenza sconfitti, e grazie alla sua fama di grande condottiero, li persuase, si mise a capo del loro esercito e dichiarò guerra contro Roma.
Nel 490 a.C. Coriolano marciando verso Roma, pose il suo accampamento presso il V miglio a 40 stadi dalla città, distrusse la campagna romana, devastando le abitazioni dei plebei e lasciando intatte quelle dei patrizi per aumentare l’odio fra le due fazioni.
LE DONNE SALVARONO ROMA
Le donne romane andarono da Veturia e da Volumnia rispettivamente, madre e moglie di Coriolano chiedendo di parlamentare con il Senatore ribelle per salvare la città. Le due donne, assieme ai due figli di Coriolano, andarono nel secondo accampamento dei Volsci costruito presso il IV miglio della via Latina.
Riportiamo le parole di Livio il grande storico romano, per descrivere l’incontro fra Coriolano e Veturia.
INCONTRO FRA CORIOLANO E VETURIA
“Fa ch’io sappia, prima di ricevere il tuo abbraccio, se io sono venuta da un nemico o da mio figlio, se prigioniera o se madre sono io nel tuo campo”. A questo mi ha condotto la lunga vita e la sventurata vecchiezza, a vederti esule e poi nemico? Hai tu potuto devastare questa terra che ti generò e ti nutrì? E non ti cadde l’ira, se pure vi eri giunto minaccioso e ostile, nell’atto di toccare il tuo patrio suolo? Non pensasti, quando Roma ti apparve, – entro quelle mura sono la mia casa e i miei Penati, mia madre, mio marito, i miei figli – Dunque, se io non ti avessi partorito, Roma non sarebbe assalita, se io non avessi un figlio, sarei morta libera in una patria libera. Non maggiore sventura per me, non peggiore onta per te io potrò ormai più vedere, dovunque io mi trovi, ma, se sono infelicissima, non a lungo ormai lo sarò, a questi tu pensa, che, se persisti, sono destinati o a morte immatura o a lunga servitù”.
TITO LIVIO
CORIOLANO TORNA INDIETRO
A quel punto Coriolano decise di tornare indietro sui suoi passi, ritirò l’esercito e la guerra fu scongiurata.
Secondo lo storico Dionigi, si congedò rivolgendosi a Veturia:
” Madre, hai salvato la patria, ma hai perso tuo figlio!”
IL TEMPIO
Dopo lo scampato massacro, le matrone romane domandarono al senato di costruire il tempio, nel luogo dove venne ottenuta la salvezza della città di Roma, per celebrare la pax deorum, cioè la pace con le divinità, per ringraziare e così garantire la prosperità della città e delle singole famiglie. Il senato accordò la loro richiesta finanziando con denaro pubblico la costruzione del tempio.
Chiesero poi di collocare nel tempio una statua in onore delle donne, ma il senato si oppose. E proprio qui al IV miglio della Via Latina avvenne uno dei primi episodi di femminismo della storia.
LA RIVINCITA DELLE DONNE
Durante la notte le donne introdussero all’interno della cella del tempio una statua di una dea femminile, la Dea della Fortuna Muliebre. Così il giorno successivo si proseguì con la celebrazione della consacrazione del tempio, durante la quale vennero consacrate anche le due statue. Quando si accorsero del geniale inganno era ormai troppo tardi perché per la religione romana, era ormai impossibile la rimozione delle res sacrae, cioè cose sacre, quali era ora le statue. Le donne avevano preso la loro rivincita, ignorando la volontà cieche del senato e obbligandolo proprio in virtù di quelle cieche regole ad acconsentire alla volontà delle donne.
Secondo la leggenda le donne non si fermarono qui invero, durante la discussione che scaturì nel tempio, la statua delle donne iniziò a parlare, indicando che il suo culto avrebbe potuto essere officiato solo da sacerdotesse che erano donne sposate. Così venne fatto sottraendo di fatto il monopolio sacerdotale a coloro che avevano imposto le regole dei riti religiosi ed alle vergini vestali, le uniche che sino ad allora avevano potuto officiare il sacerdozio.
LA DEA DELLA FORTUNA MULIEBRE
Le feste che si celebravano in onore della Dea della Fortuna Muliebre erano il 1 Dicembre giorno della fondazione, l’11 giugno, festa dei Matralia e il 6 di luglio giorno della dedicazione. Il tempio venne inaugurato dal console Proculo Virginio e la prima sacerdotessa fu Valeria colei che aveva diretto la realizzazione dell’epica impresa.
DURATA DEL TEMPIO
Il tempio esistette per lungo tempo possiamo essere certi che continuò ad essere in uso sino all’epoca del tardo impero quando venne restaurato dall’imperatore Settimio Severo.
SCAVI
Collocato su di una collinetta posta a sud – est dell’acquedotto Claudio, subito dopo via del Quadraro, la struttura del tempio era a pianta rettangolare, con quattro colonne frontali. Nel suo interno si trovava un’ara, un altare e un’altra dentro il temenos, ossia un recinto sacro, dove vennero collocate le due statue. Nel 1882 durante degli scavi vennero ritrovate le fondamenta del tempio.
BASOLATO DELLE COLONNE
Negli anni 90 durante gli scavi in cui venne alla luce la villa romana a sud del Cavalcavia del Quadraro, vennero trovati lungo il basolato dei rocchi delle colonne in peperino, usati per formare il basolato della strada adiacente alla villa. I rocchi se sovrapposti potrebbero comporre delle colonne che secondo alcuni studiosi potrebbero provenire dalle colonne del Tempio della Fortuna Muliebre.
RESTI ARCHEOLOGICI
Del tempio oggi rimangono poche tracce, conservate la maggior parte nell’Antiquarium del Celio, dove troviamo parte delle cornici frontonali che corrispondono alla cornice laterale. Possiamo notare, all’interno delle cornici una serie di incassi, riccamente scolpito con delle decorazioni che dovevano essere ricoperte originariamente in bronzo.
Cornice frontonale
Cornice frontonale
ALTRI PEZZI CONSERVATI
Oltre a questi parti si conservano anche alcuni pezzi che facevano parte delle decorazioni Timpano rappresentanti la Dea della Fortuna Muliebre.
L’IMPORTANZA POLITICA DI LIVIA VETURIA E DI VOLUMNIA
Livia fu una donna straordinaria persino nella politica, anche lei, come Veturia e da Volumnia lasciò un segno indelebile nella storia di Roma. Basti pensare che fu proprio lei, fondamentalmente, a far designare Tiberio suo figlio come futuro successore dell’impero Romano. O basti pensare al fatto che tutti gli eredi al trono che si opposero al suo volere trovarono difatti la morte: Lucio e Gaio Cesare, Germanico.
PROPAGANDA NEI MONUMENTI
Possiamo avere un’idea della spaventosa potenza della propaganda che lei fece a favore del figlio Tiberio, per il passaggio dell’eredità del comando dell’impero romano per esempio nella statua di Augusto loricato.
Nell’armatura, ossia la lorica, della statua dell’imperatore Augusto, vediamo Fraate IV re dei Parti che consegna le insegne del potere trasmettendolo, al futuro imperatore designato Tiberio e non all’imperatore Augusto, designando così per mezzo della propaganda nell’arte il futuro erede dell’impero.
Lo stesso messaggio possiamo leggerlo nell’Ara Pacis, dove nel monumento costruito per celebrare Roma e la sua Città, troviamo fra i senatori ed i personaggi più illustri della Città, accanto all’imperatore Augusto, un bambino che è proprio Tiberio, nuovo erede dell’Impero.
FREGIO
Nel 1831 durante degli scavi effettuati presso la Tenuta dei Torlonia di Roma Vecchia, presso il IV miglio, venne trovato parte del fregio del frontone restaurato da Livia Drusilla, femina princeps, moglie dell’Imperatore Ottaviano Agusto. Livia rivestì un enorme importanza nel mondo romano, segnando profondamente il ruolo della donna, a tal punto da essere divinizzata dopo la morte. Fu proprio lei, nella sua opera di valorizzazione dei culti femminili e matronali, che rinnovò il legame con le antiche matrone che fecero erigere questo tempio, finanziando il restauro come possiamo leggere nell’iscrizione
ISCRIZIONE NEL FREGIO
Livia [D]r.usi f (ilia) uxsor (i.e. uxor) [Caesaris Augusti —]. /
/ Impp. (i.e. Imperatores) C[aes]s Severus et Anto[ninus Augg. (i.e. Augusti) et Geta nobilissimus Caesar] /
et [Iulia] Aug(usta) mater Aug[g. (i.e. Augustorum) — restituerunt]