ANIO VETUS
IL PIÙ ANTICO FRA GLI ACQUEDOTTI CHE ATTRAVERSANO IL PARCOCOSTRUZIONE
Costruito tra il 272 a.C. e il 269 a.C. grazie alle risorse provenienti dal ricco bottino di guerra dopo la vittoria su Pirro, che consegnò alla Repubblica di Roma la definitiva egemonia sulla Magna Grecia.
LO SAPEVI ?
Principale promotore della realizzazione fu il censore Manio Curio Dentato, console di origine plebea e protagonista della vittoria su Pirro, in particolare nella battaglia di Benevento nel 275 a.C. Alla città venne cambiato nome proprio in coincidenza della conquista romana, essendo nota in precedenza col nome di Maleventum.
Lo sfortunato eroe Curio Dentato tuttavia morì nel 271 e non poté vedere la sua opera compiuta.
Non è forse un caso che a lui sia oggi intitolata una via che transita accanto al tracciato dell’acquedotto.
CAPOLAVORO
L’Anio Vetus fu un’opera innovativa dal punto di vista delle tecniche costruttive: una diga sbarrava le acque dell’Aniene formando un lago artificiale che fungeva da bacino di decantazione (piscina limaria), quindi un condotto di 64 Km arrivava fino a Porta Maggiore con una portata di 180.000 metri cubi al giorno.
CARATTERISTICHE
L’Acquedotto era lungo 43 miglia romane, che coincidono con 63.640 metri in circa, e percorreva solo 0,221 miglia in superficie (in substructio supra terram) sui muri di sostegno nei pressi della Porta Prenestina. Aveva una portata era di 4.398 quinarie al giorno pari a 2.111 litri al secondo, ma durante l’estate diminuiva sino a 2.624 quinarie a causa della secca del fiume
Percorso Anio Vetus
Percorso Anio Vetus
IL NOME
Il nome viene dal fiume Aniene, mentre l’appellativo di vetus “vecchio” venne aggiunto tre secoli più tardi quando venne costruito un altro acquedotto chiamato Anio Novus, che attingeva dallo stesso fiume.
USI DEL VETUS
Dopo la costruzione dell’Anio Novus venne utilizzato per irrigare gli orti e per rifornire le fontane di lavaggio, perchè la sua acqua era soggetta ad inquinamenti essendo le sue sorgenti ubicate a valle e quindi soggetta a frane.
ANIO VETUS
PER
COR
SO
SORGENTE
La sorgente nasceva nella Forra di S. Cosimato nei pressi dell’Aniene e Il percorso era quasi completamente sotterraneo, emergendo solo laddove doveva superare fossi e vallate profonde.
PONTE DELLA MOLA
Ne resta infatti visibile un tratto ben conservato detto Ponte della Mola, tra Tivoli e San Gregorio in Sassola.
NEL PARCO
Il tratto che attraversa il parco non è visibile poiché del tutto interrato, e possiamo identificarlo approssimativamente nel seguente percorso
L’Acquedotto fa il suo ingresso all’interno nel Parco all’Altezza di Via delle Capannelle, attraversa il Parco percorrendo il margine meridionale di Via Lemonia, per poi compiere una deviazione all’altezza della Villa delle Vignacce, dove si immette all’interno del parco.
TOR FISCALE
Superato il parco degli acquedotti, continuava il suo percorso sotterraneo passando per il parco di Tor Fiscale.
Giunto nei pressi di Porta Furba, attraversa l’area monumentale immettendosi lungo la via del Mandrione.
PORTA MAGGIORE
Dopo aver attraversato il Parco degli Acquedotti, passando per l’attuale zona del Mandrione giungeva presso la Porta Maggiore, per poi continuare verso l’odierna Via Manzoni e Principe Umberto dove incontrava una piscina di depurazione.
PIAZZA SAN MARTINO AI MONTI
Concludeva il suo passaggio dopo la Porta Esquilina presso l’ Antica Mostra il Lacus Orphei dove sorge l’attuale Chiesa di San Vito, in Piazza San Martino ai Monti.