AQUA CLAUDIA
L'Acquedotto del laghetto di NeroneLO SAPEVI ?
Poco prima di entrare a Porta maggiore, l’Acqua Claudia, cedeva parte della sua portata ad un ramo d’Acquedotto l’Arco Neronianus fatto costruire appositamente dall’Imperatore Nerone per alimentare il suo laghetto artificiale, posto fra i Colli Celio del Palatino e Oppio. Dopo la morte di Nerone, Vespasiano fece prosciugare il bacino d’Acqua e vi costruì all’interno dell’area il Colosseo. Se pensiamo alle dimensioni dell’ area del Colosseo con ellisse di 527 m di perimetro, con assi che misurano 187,5 e 156,5 m ci possiamo rendere conto della grandezza di questo lago.
Colosseo
Fotografo: Alessio Zaccariello
Arcus Neronianus
COSTRUZIONE
L’opera venne iniziata da Caligola nel 38 e terminata da Claudio nel 52 inaugurata assieme all’Acquedotto Anio Novus il I agosto del 52 d.C., giorno del compleanno dell’Imperatore.
CONTESTO STORICO
Nel I secolo l’impero romano era in piena espansione e la capitale contava più di un milione di abitanti. L’esigenza di approvvigionamento idrico e la disponibilità di risorse economiche e manodopera hanno dato vita alla costruzione di questo capolavoro di ingegneria.
Via Latina
Acquedotto dietro le pecore
Acquedotto Claudio
Acquedotto Claudio
Acquedotto Claudio
CARATTERISTICHE
L’Acquedotto era lungo 46.406 passi corrispondenti a 68,681 km, di cui solo 16 km furono costruiti in superficie. Aveva una portata d’acqua pari a 4.607 quinarie, che coincidono con 2.211 litri al secondo.
ACQUA CLAUDIA
A Roma esiste anche un’altra Acqua Claudia che non ha nulla a che vedere con l’Acquedotto Claudio. Si crede che prenda il suo nome dalla via consolare Clodia, costruita alla fine del III secolo a.C. dalla ‘gens’ ‘Claudia.
La sua Fonte di trova ad Anguillara Sabazia ed è conosciuta sin dai tempi degli Etruschi per le sue proprietà benefiche. Come molte acque nel territorio romano, grazie alla presenza dei vulcani, oggi spenti, il terreno è ricco di sali minerali, che rendono queste acque naturalmente frizzanti.
CURIOSITÁ
Essendo il mattone un materiale meno prezioso del peperino queste parti vennero risparmiate dallo scempio compiuto nei secoli seguenti, come possiamo osservare da questa foto dove sono ancora visibili le impronte dei blocchi di tufo in quello che è la Sottarcatura effettuata, durante i restauri di Tito e di Settimio Severo. Il Sottarco è un arco che veniva posizionato, durante i restauri, sotto i fornici degli acquedotti per renderli più stabili
STRUTTURA
Il Parco conserva la parte Dopo il Casale di Roma Vecchia le arcate presentano numerose interruzioni dovute in parte al crollo ma soprattutto alla spoliazione avvenuta in epoca medievale e rinascimentale quando i blocchi di peperino venivano asportati e utilizzati per altre costruzioni. Interessante tuttavia notare, all’interno di alcune delle arcate o del tutto isolati, la permanenza di archi di mattoni: questi altro non sono che opere di rafforzamento risalenti a diverse epoche successive, fino al tardo impero.
AQUA CLAUDIA
PER
COR
SO
SORGENTI
Le sorgenti si trovano nella stessa zona dell’Acqua Marcia, alta valle dell’Aniene, le fonti Cerulea, Curzia, che erano due piccoli laghi e la fonte Albudina, come supplemento delle due fonti precedenti, e infine per alcuni periodi anche la fonte Augusta. I due acquedotti prevedevano nel loro tratto iniziale la presenza di ingegnose opere per l’interscambio delle acque, utilizzate per deviare il flusso durante la manutenzione.
NEL PARCO
Entrando nel Parco degli Acquedotti possiamo vedere il tratto meglio conservato dell’acquedotto, difatti sono ancora in piedi nel tratto che va dalla piscina limaria e il Casale di Roma Vecchia 155 piloni e 154 archi interi, dove si osserva anche la sovrapposizione dell’Anio Novus, costruito pochi anni dopo ma con materiale diverso (laterizio).
Giunti al Casale di Roma Vecchia il condotto del Claudio – o ciò che ne resta – corre quasi parallelo a quello del Marcio, inglobato a sua volta nell’Acquedotto Felice. In mezzo alle due costruzioni si snodano distese erbose, dolci dossi alberati ed il canale della Marrana, offrendo al visitatore un colpo d’occhio di grande effetto prospettico e valore paesaggistico.
CAMPO BARBARICO
Più avanti i percorsi dei due acquedotti convergono e si intersecano nell’area nota come “campo barbarico”: è qui infatti che si accamparono i Goti di Vitige, il quale ebbe l’idea di tranciare i condotti e interrompere il flusso d’acqua verso Roma, inducendo la città alla resa. Proprio nel punto in cui le arcate della Marcia e della Claudia si incrociano per la seconda volta fu edificata, in epoca medievale, la torre di guardia detta Torre del Fiscale, da cui prende il nome il parco adiacente.
PORTA FURBA
L’acqua Claudia dopo aver attraversato il Parco degli Acquedotti, raggiungeva la zona monumentale di Porta furba, da qui passando per il Mandrione, una volta
PORTA MAGGIORE
Poco prima di entrare a Porta maggiore, l’Acqua Claudia, cedeva parte della sua portata ad un ramo d’Acquedotto l’Arco Neronianus