FONTANA
della dea romaIL PROGETTO DI MICHELANGELO
Nel progetto originario della piazza del Campidoglio del 1536 di Michelangelo Buonarroti, non prevedeva la presenza di fontane. Il disegno iniziale conteneva alla base della doppia scalinata del palazzo senatorio, una nicchia centrale dove doveva essere collocata una grande statua di Minerva armata, alta 3 metri e 21 cm, acquistata nel 1541 da tre Conservatori, mentre ai lati si dovevano posizionare due statue giacenti del Nilo e del Tigri, statua poi trasformata in un secondo momento nel Tevere.
Le due statue dei fiumi giacenti in origine si trovavano all’interno delle Terme di Costantino sul Quirinale, e furono trasportate in Campidoglio dinnanzi al Palazzo dei Conservatori nel 1517. La statua del Nilo, a sinistra della grande nicchia centrale, tiene in mano una cornucopia simbolo della grande fertilità del fiume, poggiandosi su di una sfinge. La statua del Tevere, posizionata alla destra della Dea Roma si poggia invece su di una lupa che allatta i gemelli, sostituita alla tigre che in origine simboleggiava il fiume Tigri.
Originariamente le due statue laterali erano diverse, da quelle che possiamo ammirare oggi. Difatti fu inizialmente prevista, al posto dell’odierna statua del “fiume biondo”, quella del Tigri, mentre secondo lo studioso Secondo Sergio Delli, si potrebbe ipotizzare per questo motivo che la statua del Nilo inizialmente dovesse rappresentare l’Eufrate.
PROGETTI DI GIOVANNI DA CASTELLO
Con la realizzazione dell’acquedotto Felice si decise di mettere da parte il progetto Michelangiolesco e trasformare le statue in fontane.
Per realizzare la fontana il papa Sisto V decise di bandire un concorso, che venne vinto da Matteo Bartolini da Castello, lo stesso che aveva fallito nel tentativo iniziale di a portare l’acqua a Roma. L’Architetto Bartolini presentò diversi progetti. Un primo progetto della fontana prevedeva cinque vasconi, che si sarebbero dovute sovrapporre una sopra l’altra, culminati dalla lupa capitolina, intenta ad allattare Romolo e Remo.
“… cinque vasi o tazzoni da ricevere l’acqua cascante con la lupa in cima, li dua fiumi da fiancho et le statue nel frontespitio come inesso modello si vede.”
Si realizzarono così due delle cinque vasche, corrispondenti alle due fontane oggi visibili ai piedi della statua della Dea Roma, mentre gli altri tre vasconi andarono a far parte di altre fontane. Successivamente il papa cambiò idea e decise che non si sarebbero dovuti posizionare i cinque vasconi, uno sopra l’altro ma “non si dovesse alzar più di quello che hoggi si ritrovava …”. Inoltre si decise di realizzare delle statue zoomorfe e venne scelto un progetto con tre leoni e tre monti.
Alla morte del Papa la fontana non era stata ancora ultimata, per cui si decise di lasciarla così, sostituendo nel 1593 la statua di Minerva con la statua di Pallade Atena, seduta, opera realizzata con panneggi in porfido rosso e marmo, ribattezzata per l’occasione con il nome di Dea Roma. La scultura rappresenta la dea che tiene in mano una lancia, mentre nell’altra sorregge una sfera simbolo dell’impero romano. La fontana venne inaugurata nel 1599. All’interno della nicchia centrale fu prevista la realizzazione di un gruppo scultoreo che fu rimosso nel 1720. Il gruppo molto probabilmente raffigurava due barbari o “prigioni”, che indossavano lunghe vesti e con i polsi legati, riproducendo la “ Roma Triumphans” sul modello del gruppo scultoreo della famiglia Celsi.