FONTANA
villa mediciCONTESTO STORICO
Ferdinando dei Medici faceva parte della congregazione per le Strade e le Fontane, sostenne la candidatura di Papa Felice Peretti, essendo direttamente interessato a far arrivare l’acqua presso l’imponente villa Medici che lui stesso aveva fatto acquistare 1576, incaricando l’architetto fiorentino Bartolomeo Ammannati il progetto per trasformare la residenza in un magnifico palazzo come sede degli ambasciatori fiorentini presso la corte Vaticana.
Non appena eletto il pontefice lo nominò sovrintendente generale della commissione che si occupò della costruzione dell’Acquedotto Felice, scelto appositamente dal Papa per i suoi interessi personali, per realizzare l’acquedotto nel più breve tempo possibile, e per la facilità nel realizzare la conduzione dall’Esquilino, colle previsto sin dall’inizio, al Pincio che difatti fu bagnato dall’Acqua Felice sin dal 1587.
LA FONTANA
La fontana detta anche Fontana di Corot un pittore francese, che ne realizzò un dipinto, fu eretta innanzi al palazzo nel 1589.
Inizialmente la fontana aveva un aspetto diverso e doveva far parte delle fontane nel giardino di Villa Medici. Venne progettata da Annibale Lippi.
PARTI DELLA FONTANA
La fontana è costituita da un grande catino di marmo granito inferiore, di forma ottagonale sovrastato da un’altra grande vasca rotonda di granito rosso, modanata, la quale si poggia su di un balaustro che segue l’andamento geometrico del catino inferiore. In cima alla fontana troviamo una palla di cannone da cui fuoriesce un fiotto d’acqua che va a riempire i due grandi vasconi inferiori. In un primo momento sulla sommità della fontana doveva esserci collocato un giglio mediceo.Il Cardinale, grande collezionista di antichità, acquistò le due grandi vasche di granito bigio, appartenenti allo spoglio di un edificio antico. Il grande bacino ottagonale, proveniente dalle cave del Mons Claudianus in Egitto era originariamente innanzi alla chiesa di S. Salvatore di San Lauro ed era di proprietà della Famiglia Orsini. Mentre l’altra vasca, ritrovata durante la costruzione della basilica di S. Pietro in Vincoli, appartenente alla Terme di Traiano, venne venduta dai frati di S. Pietro in vincoli.
LEGGENDE DELLA FONTANA
Numerose leggende si sono susseguite sulla provenienza della palla di cannone che sovrasta la Fontana.
È doveroso precisare per poter capire meglio le ragioni della cannonata che la Regina di Svezia era una donna di stirpe guerriera, notoriamente appassionata di arte bellica.
“ … andò visitando minutamente quelle fortificazioni, ed ogni stomento bellico di quelle, discorrendone con termini così propri della Militia come qualsivoglia soldato ben veterano e consumato nel mestiere delle armi; …”
L’Avv. Carlo Cartari, Prefetto dell’Archivio di Castel S.Angelo così scrive:
“Venerdì 7 gennaio alle hore 23 e mezza sonate per il coritore, la detta Regina, Ambasciatrice et altri della comitiva, andorno in Castello S.Angelo; all’arrivo, cioè vicino alle 24 hore, sparò la fortezza alcuni pezzi, e proseguì interrottamente:…”
Secondo lo studioso Cesare D’Onofrio, potremmo ricondurre la storia della leggenda della cannonata contro il portone di Villa Medici all’inimicizia di Cristina di Svezia con la corte spagnola e con l’ambasciatore straordinario che il Re di Spagna aveva affiancato alla regina. Considerando che la curia romana curava gli interessi della Spagna a cui era molto legato il Card. Ferdinando dei Medici, sarebbe da ricondurre a questi rapporti l’origine della leggenda della cannonata.
Secondo un’altra narrazione la Regina aveva preso appuntamento a pranzo con il Pittore Charles Errand presso Villa Medici. Essendosi ricordata all’ultimo momento dell’appuntamento e resasi conto che non sarebbe potuta arrivare in orario, per avvisare del ritardo fece sparare, con cannone ottagonale “la Spinosa”, chiamato così per una decorazione di un istrice, chiamato anche spinosa. Il racconto ci narra che vennero sparati tre colpi di cui uno, facendo 1,3 km di tragitto raggiunse, il portone bronzeo di Villa Medici e “bussò”. Ancora oggi è possibile vedere il segno sul portone della cannonata.
Un’altra leggenda racconta che la Regina ordinò di sparare con il cannone, non avendo avuto tempo per recapitare gli inviti, per invitare ad una battuta di caccia il proprietario di Villa Medici.