FONTANA
di san giovanniCOSA É UN OBELISCO?
La parola obelisco deriva del greco obelískos (ὀβελίσκος) che significa “spiedo”. I primi obelischi furono eretti presso la città di Eliopoli “ la città del sole”, centro del culto solare. Gli obelischi erano dei monumenti sacri al Dio sole, lo storico Plinio il Vecchio ci racconta che gli obelischi erano una riproduzione simbolica dei raggi solari.
Inizialmente gli obelischi erano dei blocchi di pietra con l’estremità superiore cuspidata ricoperti da lastre di calcare bianco per far riflettere la luce del sole. Spesso la sommità di questi obelischi era ricoperta d’oro o di altri metalli per farli brillare sotto la luce del sole. La cuspide dell’obelisco era realizzata con una pietra detta in egiziano “Ben” o “Benben”. La pietra era chiamata così per la fenice “ ben” . Il leggendario uccello dopo essersi rigenerato giungeva da oriente e stanziava per cinquecento anni a Eliopoli, per poi andare ad Occidente e morire, rappresentando una metafora della ciclicità solare.
CARATERISTICHE OBELISCO SAN GIOVANNI
L’obelisco realizzato in granito rosso, ha un’altezza, per un peso totale di 230 tonnellate, e fa parte dei quindici obelischi egizi che i romani portarono a Roma, sebbene al giorno d’oggi possiamo vederne solo 13.
COSTRUZIONE
Fu l’ultimo degli obelischi egizi che raggiunsero la città di Roma durante l’impero Romano ed il primo ad essere estratto dal Circo Massimo. Apparteneva originariamente al Tempio di Amon della città di Tebe e fu costruito nel XV secolo a.C per volontà del faraone Thutmose IV. Divenne presto oggetto dei desideri dei Romani e già l’Imperatore Augusto manifestò la volontà di portarlo nella Città Eterna. Fu Costanzo II che riuscì nell’impresa leggendaria di trasportato facendo costruire una nave speciale appositamente costruita per trasportarlo ed ereggerlo nel Circo Massimo nel 357 d.C.
ABBATIMENTO E ABBANDONO
L’obelisco venne poi abbattuto e purtroppo non esistono fonti certe che documentino l’accaduto. Da quel momento in poi giacque nel Circo Massimo ridotto ormai ad una palude.
Venne così dimenticato presso gli Orti di Santa Maria di Cosmedin sino a che nel XVI secolo Papa Gregorio XIII cercò di rialzarlo con risultati disastrosi perdendo completamente la base in granito, che era già da prima rotta in vari pezzi. Lungo la base era scolpito un carme in ventiquattro versi fatto scolpire dall’imperatore Costanzo II, che raccontava l’impresa del trasporto e rielezione dell’obelisco a Roma.
INNALZAMENTO
Sotto il Papato di Papa Felice, l’agognata erezione divenne possibile e il grande obelisco fu innalzato come simbolo della vittoria cristiana sul paganesimo.
Sotto il papato gli obelischi assursero grande importanza nella politica di riqualificazione urbana della città di Roma. Venne concepita una nuova funzione degli obelischi che divennero punti focali di vie e piazze. Presso il Circo Massimo vennero ritrovati due obelischi: il 15 febbraio 1587, si rinvennero gli obelischi di Costanzo o del Laterano e quello di Augusto o di Santa Maria del Popolo per opera di Matteo Bortolani da Castello, sotto la direzione di Domenico Fontana
LA FONTANA
La fontana fu realizzata dopo la donazione di Papa Clemente VIII che regalò undici once d’acqua e fu finanziata dal Capitolo Lateranense, il collegio di Presbiteri di San Giovanni l’Obelisco egizio, monolito più alto del mondo. Originariamente la fontana aveva un aspetto diverso da quello che conosciamo oggi.
Innanzitutto la fontana non era addossata all’obelisco, e durante i ventisette giorni di Pontificato di Papa Leone XI, nel 1605, vennero apposti due gigli di bronzo ai lati della statua di S. Giovanni Evangelista, seduto, realizzata da Taddeo Landini. La statua venne rimossa in seguito ad una “decapitazione” subita nell’Ottocento per colpa di un fulmine.
La fontana fu completata da Papa Paolo Borghese V che diede ordine di riprendere i lavori in occasione del giubileo del 1600 e nei primi anni del diciassettesimo secolo, il pontefice fece collocare gli attuali due draghi, ai lati dell’altorilievo della tiara e delle chiavi papali, prospicente il catino superiore dove si raccoglie l’acqua.
STRUTTURA DELLA FONTANA
La fontana si trova collocata sul grande basamento quadrato sui cui è collocato il monolite solare ed è possibile raggiungerla per mezzo di tre grandi scalini a forma di semicerchio.
Il monumento è addossato all’obelisco lateranense ed incorniciato da due grandi volute laterali a doppia spirale, contenenti lungo la superficie laterale al di sotto della spirale superiore, una protome leonino, simbolo che potrebbe evocare l’araldica di Papa Sisto.
La facciata è composta da due draghi laterali ed un’aquila centrale, i quali gettano dei zampilli in un catino sottostante a forma di valva di conchiglia, sostenuto da due delfini, che a sua volta, assieme alla grande conchiglia, fanno ricadere l’acqua all’interno di una grande vasca baccellata.
LA TRADIZIONE
Secondo la tradizione, nella notte fra il 23 ed il 24 giugno, notte della festa di S. Giovanni Battista, i romani solevano bagnarsi le mani in questa fontana, perché si credeva che le acque che sgorgano da questo monumento avessero il potere di allontanare le streghe, i demoni ed il malocchio.